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Il mio dono al mondo


il diverso che è in noi è il bene più prezioso che possiamo donare all’umanità.

Va coccolato e fatto sbocciare, ma come tutti i doni va offerto e non imposto…

Appena intuibile sotto il mantello con ricamato in punta di glicine: “chiedi è qui per te”

…che alla fine poi
ci troviamo a dire le stesse cose
indossare gli stessi abiti
pensare gli stessi pensieri

forse abbiamo paura
a dire parole nuove
a guadare luci diverse
per strade senza striscia

…che alla fine poi
c’è un macchia
che bruma nei pori dell’anima,
fantasma infestante,
barbiglio addentato al cuore.
che brucia divise e parla lingue inventate
che carezza le pietre e scaccia le colombe…

eppure questo è quanto abbiamo
il differente che è in noi
è il miracolo, unico,
per il mondo
come offerta

…che alla fine poi
ti tocca aspettare
che te lo chiedano
perché indirizzo non c’è
ma dentro di te lo sai,

lo sai al Mondo mica interessano
dei replicanti senza sogni.

Ballando sulle fede


Prelude

You are now entering the kingdom of Prince Royce
Who before was royalty was just one lonely voice
That from the streets of the Bronx
Rose to respresent his Dominican roots
And is now a source of pride for his elders
And an inspiration to the youth

Son las cosas pequeñas que valen y enseñan
Y donde esta el corazón es donde sera mi habitación
de mis mas lindas memorias la mas feliz eres tu
Y un espejo hecha para mi
con dulce pensar te me vas a querer
con un amor incondicional
Sabiendo que la fe

your faith keeps your dreams close to you
become addicted to your art
your goals
your passion
your rhythm
your rhyme
and you too will experience the world in my time

Savor the sweet and the sour
la vida es dulce y amarga
every experience cada momento
demuestra que nuestro tiempo es prestado
Seguir tus sueños
es el regalo mas grande que tu mismo te puedes dar
porque antes de querer te tienes que amar

you have to believe in yourself first
don’t wait for others to praise you
once you have achieve self love
you are ready for phase II

–Caridad De La Luz / La Bruja / Prince Royce

Questo testo è compreso in “Phase II” di Prince Royce, decantato dal “La Bruja” scritto da “Caridad De La Luz” in due lingue senza soluzione di continuità, con naturalezza.

E racconta da dove arriva il cantante (che potremmo saltare) ma anche e soprattutto un messaggio, semplice, diretto, profondo e infinitamente articolato inserito in un album di musica caraibica (bachate).

Un contesto in apparenza molto leggero contiene una delle più belle preghiere e ricette per imparare ad essere più uomini.

Non credo che serva una traduzione, ma vorrei soffermarmi sulla parte saltata prima, l’introduzione, quando il cantante parla di sé. (Nominandosi principe addirittura!)

Credere in se stessi, farlo nell’amore del mondo, farlo per migliorare il mondo, esercitando tutto il nostro potere, senza aver bisogno di nessuno, ma con gratitudine per tutti i doni e gli aiuti che riceviamo: il messaggio quasi tutte le religioni del mondo, dei sistemi filosofici e delle scienze moderne.

Smettiamo di dividere, dividere serve per capire un pezzo, ma poi dobbiamo riunire e puntare ad un tutto maggiore di ciò che siamo oggi.

Parole per farla ballare


Balla con me, immagine presa dal web
Balla con me, immagine presa dal web

Lei.
Siede, le gambe appaiate e composte,
ma irrequiete,
come le mani che volano
da un gesto all’altro a incidere un pensiero
o marcare un smorfia
a tratti sguaiate,
a tratti compite,
in movenze di sequestro
d’occhi e sorrisi.

Avvolta di bruma,
di miele per i sensi,
senza eccesso,
senza scampo,
uomini e donne
si accalcano ebbri
spintonandosi
a giostra della sua celebrazione.

Discosto la rimiro,
e per buona sorte,
o pessima inclinazione,
la scopro bimba
e donna insieme,
ballerina senza fila
e dallo schietto incanto.

L’orchestrale mi si fa complice
e il cameriere ambasciatore:
polka saltata per divertire,
merengue per mischiar le carte,
bachata ritmata per dipinger su melodie…

Sul foglio poche righe:
“C’è un sorriso convinto,
gambe pronte,
un cuore caldo
e una mano tesa…

Balla con me.”

Guardo la scena
e lentamente tendo il braccio…


P.S.
Questo post nasce da un giochetto che ho fatto precedente articolo, vinto da Sun e quindi, come da regolamente mi ha lanciato la sua sfida

Lei è lì ad un passo da te. Quali parole scritte le fai recapitare per convincerla a danzare con te?
E quale canzone scegli di far suonare all’orchestra?

Scrivi una poesia o una lettere a piacere.

I posti speciali dell’anima


Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito

Sei nell’anima

Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perché
Siamo carne e fiato
— G. Nannini / G. Pacifico

Essere speciali, esserlo per qualcuno.
Non è una questione di quantità.

Non si misura.

Essere speciali, per qualcuno, vuol dire essere dentro di lui.

In quello spazio infinito e indefinito che è anima, cuore, vita e universo che ognuno ha in sè.

Essere speciali per qualcuno vuol dire che dentro di lui c’è il nostro profumo, il nostro canto, il nostro amore.

E se ce lo concediamo possiamo sentirlo.

Un nuovo protagonista nelle nostre vite


Non credo a ciò che in Francia chiamano ‘coup de foudre’:
l’amore occupa i capillari molto lento
mediando la ragione con un nuovo sentimento.

Canta Ruggeri. E io con lui.

Ma la Vita ama giocare, con noi, come una madre affettuosa, severa e stimolante…

E allora…

e allora accade che un incontro, magari senza apparente rilevanza, ci conduca ad un posto e un’ora e una luce.

Magari cogliamo fiori, o guardiamo un quadro, o mangiamo una pizza e d’improvviso, gli occhi si incrociano..

Occhi… diciamo occhi perché dagli occhi trasapre il cuore…

ma non solo loro, le mani, i pensieri, i profumi, le vibrazioni…

accade insomma che qualcosa di noi si incrocia con l’altro, si mischia

e un tuono che ci risuona dentro…

Forse non lo notiamo, non siamo abituati a ascoltarci, ma avviene…

Il fragore, muto ai distratti, si espande oltre i limiti della nostra buccia…

e accarezza il mondo.

Se la Vita è madre, il Mondo è padre e complice e divertito gioca con la sua compagna.

A quel nocciolo di spazio-tempo, quel monte di improbabiltà accumulata che si squassa con un boato, ci ha portato lui, intrecciando i fili dei nostri percorsi, dei nostri passati, per giungere a manifestare il rinnovamento dell’amore impossibile che si fa momento storico.

E il Mondo festeggia l’amore e partecipa e, se lo si sa guardare, lo sentiamo esultare con noi.

Il colpo di fulmine non è fatto privato, non è fisico o mentale… è un’intimo intreccio di anime, corpi, vite dentro e fuori di noi in una piroetta in contro tempo e inchino.

L’amore di coppia, quello quotidiano, poi però va costruito facendo i conti con le nostre insofferenze e vanità….

Incontri del genere sono destinati a diventare le stelle delle nostre vite adombrando un tantino il nostro ego…

Gran roba i colpi di fulmine… soprattutto quando capitano agli altri…

L’arte culinaria post lavorativa


Questo post è diverso da tutti gli altri.

Vedete a casa mia la cucina è sempre stata arte maschile.

Seguono riminiscenze infantili di cui potrebbe fregarvene una beneamata, nel caso andate “al branzino all’acqua pazza“.

Mentre facevo la pasta asciutta nelle pentole (vere) con le mie macchinine e cucchiaio di legno (vero anch’esso), mio padre che più o meno sopportava il casino immane che producevo, affettava verdure, carne, pesce, ecc con un coltellaccio che nella mia dimensione minuta sembrava l’equivalente di una Claymore.

Ovviamente per me il coltello di grossa dimensione è sempre stato utensile atto a produrre godurie mangerecce… figuratevi quando ho scoperto che poteva essere un’arma… ci ho impiegato un po’ a capire… le prime volte che ho connesso che gente usava i coltelli per ammazzare varie specie di affini (figli, padri, madri, consorti, vicini, gatti, cani ecc) devo aver pensato ad un banale errore nella scelta alimentare… Un refuso.. cioè mentre pulisci, tipo il branzino, quello scappa di mano… mica che uno ci potesse volutamente far del male veramente… era inconcepibile, il coltello serve per cucinare! Non facciamo casino!

Beh poi ho capito che la gente è strana e non tutti erano della mia idea… e che esiste pure una cosa chiamata libertà di pensiero… vabbeh.. certi traumi sono duri da superare…

Comunque vi volevo parlare di altro.

Un branzino all’acqua pazza

Ebbene sì, di recente mi sono imbattuto in questo piatto di chiara origine mediterranea.

O forse era un’orata… vabbeh il punto è che era buono.

E quindi mi chiederete? Quindi l’aveva preparato mia madre!!!

Che da quando si è ritirata dalle scene lavorative si ricimentata in cucina con buoni risultati!!!! Cosa che avrei ritenuto impossibile fino a qualche tempo fa devo ammettere…

Ma siccome solo gli stolti non cambiano mai idea, ecco questo post è per celebrare questa sua nuova espressione.

Brava!!!

P.S.
Sì ovviamente lei legge il blog e sto già gongolando al pensiero di quanto la imbarazzerà tutto questo 😀 😀 😀

Notturno


Al buio amico, spoglio mi affido,
e in un sussurro il pensier s’invola,
tra gli astri vaghi e il destin infido
in fin nel tuo viso si consola,

e a te giungendo, in te si riposa.
Tra i tuoi seni, sinuoso, si nasconde,
eppur non lì il suo vol si posa,
ma al tepor dell’emozion profonde.

Là, nella mortal dell’anima dimora
si rifugia, ma al suo dolce tepor
non s’abbandona: sol tra la rosa e la viola,

ove ci rimembra la memoria ancor,
siederà e vedrà il rilucir d’aurora
che ci fu tanto cara, qual musa d’amor.

–25 febbraio 1995

Riflessi di ballerino


Sensualità
Sensualità – immagine presa dal web

Ballare. Ballare caraibico.
C’è chi ci è portato.

Io no. Ma mi piace.

Mi perdo, mi confondo, mi sbaglio, mi blocco, poi mi riprendo…

..a volte.

E L’imbarazzo che mi prende
e la vergogna dell’imbarazzo
che provo a nascondere
e quando mi blocco e la serata non va…

Ma mi piace…

Il ballo come espressione…
poterlo fare…
la pura sensualità da far uscire.

Un passo con le ali
un occhio che freme
un sorriso che scoppia
un corpo nell’altro
un mondo di musica.
Ballo.

La musica, che ti entra dentro e sguscia dai pori,
la musica che mentre mi lascia mi parla,
mi racconta una storia…

che voglio far emergere, di ritorno,
nell’accordo tra un passo e uno sguardo,
fra un sorriso e una percussione.

Una storia, sentimenti ed emozioni,
che poco magari so,
ma stuzzicati ed animati
da parole che poi neppure ascolto.

È erotismo. Erotismo puro.

Quello dei bimbi, quello primordiale, non contaminato.

I bimbi che sanno, che anche non parlando di sesso,
si può far l’amore con la vita.

Lovely Blog Award


Ringrazio Lisa e Belinda per la nomination forse meno meritata della storia (sono scorbutico :-P)!!!

Regole:

  1. (opzionale) raccontare 10 caratteristiche che la/o riguardano, rigorosamente vere;
  2. individuare 10 bloggers;
  3. nella nominantion inserire una breve motivazione;
  4. avvisarli

 

10 cose da sapere per sopravvivermi

  1. sono scorbutico
  2. conosco il sapore di bacio, il profumo del sale, la luce del buio
  3. sono incazzoso con gli imbecilli (quindi sono spesso inca@ss@to)
  4. sono strano
  5. mi piace essere imprevedibile
  6. mi annoio facilmente
  7. certe notti.. sono notti…
  8. nessuna follia lo è abbastanza per essere impossibile
  9. l’acciaio riposa meglio nella seta
  10. la risposta è dentro di me… ed è una domanda……
  11. … anche se il gioco è semplice… a volte piove

Bloggers

Scelgo 10 bloggers che mi sembrano più trudyci…..

  1. vittoriot75ge
  2. Ronny Tresor
  3. Carlo Galli
  4. wsa0
  5. stephymafy
  6. Mariarita
  7. Silvia
  8. Carol Insigna
  9. Frafalla
  10. Mistral
  11. thesorrow29

Stupor vitae


English version

Stupor Vitae
La vita ci meraviglia.. poco
perché ci dimentichiamo di ammirarla con stupore.

Serendipity, meraviglia, stupore, la forza della vita, il gancio di salvataggio.

Sono nomi che noi diamo ad azioni della vita, la vita intesa come essa stessa un essere vivente, che ha bisogno di noi e noi di lei per compiersi.

Imparare a vivere con questa consapevolezza, crederci, avere fede, essere nel qui e ora, lasciandosi trasportare fiume e sfruttandone le correnti.

E tante altre parole, ma non bastano ricominciamo a meravigliarci.

Igor Sibaldi ci dice di provarci coscientemente, di guardare un albero e, come un bimbo, alzare il dito e dire “Albero!!” come se fosse la cosa più straordinaria del mondo.

Provateci, io ci ho provato, e dopo un po’ funziona… ed è fantastico.. anzi no.. è semplicemente vitale…

Roberto Vecchioni


copri l’amore, ragazzo,
ma non nasconderlo sotto il mantello
a volte passa qualcuno,
a volte c’è qualcuno che deve vederlo.
[..]
La vita è così grande
che quando sarai sul punto di morire,
pianterai un ulivo
convinto ancora di vederlo fiorire.
[..]
perché, perché vincere significa “accettare”
se arrivo vuol dire che
a “qualcuno può servire,
e questo, lo dovessi mai fare,
tu, questo, non me lo perdonare.
[…]
..Dagli un attimo di madre
Contro i tuoi regolamenti
Fallo, tanto chi ti vede…

— R.Vecchioni

Fabrizio De André


Tu prova ad avere un mondo nel cuore
e non riesci ad esprimerlo con le parole,
e la luce del giorno si divide la piazza
tra un villaggio che ride e te, lo scemo, che passa,
e neppure la notte ti lascia da solo:
gli altri sognan se stessi e tu sogni di loro

E sì, anche tu andresti a cercare
le parole sicure per farti ascoltare:
per stupire mezz’ora basta un libro di storia,
io cercai di imparare la Treccani a memoria
— F.d.A. / F.Pivano / E.L.Master

Camminando


Appunti e stralci, in tempo reale e qualche riflessione in differita su una splendida esperienza.

2013, set 03, 12:00 AM: Pamplona

Io e mio padre.

Appena arrivati, visitiamo la città, siamo ancora turisti.

Con noi Teresa, futura pellegrina anch’essa.


2013, set 04, 12:00 AM: Roncesvalles – Zubiri

Joachim andaluso e Lanzie californiana.

Li incontriamo sopra la polvere.

Saprò dopo che senza polvere e fatica non incontri genti ma al massimo grinte e volti.

Ma loro li incontriamo. E poi si parla. È stato in Italia a raccogliere le mele e poi altre volte in in Toscana.

Mi piace subito. Aperto voglioso di stare bene con le persone. Parliamo di tutto un po’ poi il ritmo del passo ci divide.

Lo incontreremo a sera.
Racconterà che è stato anche a Dublino per trovare lavoro… e tante cose.
Ci chiede di fare la pasta. Non possiamo che accontentarlo.

Re-incontriamo Teresa. Arrivata con calma.

Faremo la pasta insieme. Personaggio enigmatico si racconta con parsimonia ma lo fa con piacere e le piace organizzare la cena.

E poi:
Damian parigino. Sempre una birra in mano alto e allampanato indeciso tra la melanconia e la voglia di festa.
E poi americani di Dublino, un irlandese con l’aria da bravo ragazzo.
Una finlandese che sa qualcosa di giapponese…

E altri con cui ho solo scambiato un saluto. ..

Come è giusto…


2013, set 05, 10:33 PM: Zubiri – Puente la Reina – Estella

Giornata solitaria.

Andare in bus non è la stessa cosa.
Si arriva nei posti. Ma non te li sei guadagnati. È un po’ come rubare.

Non importa se poi i km li abbiamo fatti.

Li abbiamo fatti senza merito per pura curiosità o peggio spirito di sacrificio.
Camminare vuol dire assumersi il rischio di non arrivare….

2013, set 06, 10:20 PM: Estella – Los Arcos

Si parte alle 6.15

La cosa è facilitata dalle coperte.

Sono disponibili e non richiedono di usare il sacco. Tempo guadagnato al mattino.

Appena uscita incrociamo Maria, Maria e Maria Jesus.

Una di loro l’ho conosciuta la sera prima mentre fumavo. Io un sigaro lei marja…

Si chiacchiera un po’ poi a nanna.

Dopo un po’ mi vede e per sfuggire alla ciarla delle altre si aggrega a noi.
È buio si vede poco, ma la strada si fa trovare anche la deviazione per il monastero con la fontana del vino.

Purtroppo la cisterna è vuota… resto con il dispiacere di non aver gustato quel vino.

Viaggio piacevole ma lento. Le altre due marie sono piene di cose da raccontare…

Los Arcos ha un chiesa che mi soffoca di decori, ma all’albergue facciamo una insalata mista fresca e gustosa e poi yoga nel prato.

C’è il sole e il dolore nello stirarsi dei muscoli è stemperato…

Mi improvviso insegnate con mio padre, Maria e un ragazzo canadese…
Non so come l’ho fatto ma le mie gambe sono rinate spero di aver aiutato anche gli altri..

A sera un festicciola a sorpresa… una tappa piacevole.


2013, set 07, 10:32 PM: Los Arcos – Logroño

Maria ci saluta causa piaga.

Proseguiamo in quattro. Io vado spedito cercando di tenere il piede in assetto… e poi non ho voglia di parole.
Le soste sono lunghe a base di pane e jamon. Per il resto vado solo…

A Viana ritroviamo Maria giunta in autobus e il nostro amico Torinese incontrato sull’aereo.

2013, set 10, 2:58 PM: Atapuerca – Burgos – Leon

Una prova.

E il premio: un francese che sa togliermi il dolore alle caviglie con il magnetismo


2013, set 14, 2:58 PM: O’ Cebreiro

Alle porte della Galizia.

Una salita di 1000 metri lunga 4 km.

Per me è riposo, per gli altri fatica…

Arriviamo con il sole ma si prepara tempesta.

Mangio all’aperto con due coppie andaluse, è subito simpatia e amicizia, li rivedrò ancora per molti giorni

Mi muovo seguendo il naso… raggiungo luoghi riservati, sorretto e accarezzato dal vento.

Prendo un dono.

A cena un sontuoso Pulpo alla Gallega, anche se siamo in montagna non ne mangeremo più di così buoni.


2013, set 21, 2:58 PM: Santiago

Partiamo di mattina, con un sentiero di stelle sulla testa e una Luna complice.

C’è ancora tempo per un’altra prova, più semplice ora, ma dagli effetti forti e chiari.

Arriviamo con il bastone vivo nella mano.

Chiedo, mi confondo, poi mi lascio andare ed ottengo.

Tutto, semplice.

Il “Botafumero” mi inebria per un attimo, poi la doccia calda in un bagno privato, dopo tanto tempo.

Poi il cammino è finito, il viaggio ancora no..

2013, set 23, 6:58 AM: Finisterre

L’alba.

Il giorno prima, c’era pubblico per il tramonto.

Oggi all’alba sono praticamente solo, si sente solo il mare che si muove.

Su questo spigolo di Terra con lo sconfinato davanti sento il mondo svegliarsi e rinascere.

E lo fa delicatamente inebriando ogni mia fibra.

È ora di andare. il viaggio è finito.