Quando manca il limite


Will Smith schiaffeggia Chris Rock alla notte degli Oscar: chi ha ragione?

Da una parte il comico prende in giro la moglie di Smith per i capelli rasati (dovuti alla alopecia, una malattia che fa perdere i capelli), dall’altra Smith ricorre alla violenza.

C’è chi dice che ha ragione Rock, perché in fondo era lì per far ridere secondo il suo stile aggressivo, e Smith lo sapeva.

C’è chi dice che ha ragione Smith, perché sono stati toccati i suoi affetti.

A mio parere è uno schifo: siamo di fronte a due torti e pochissime ragioni.

Intendiamoci: sì certo Rock fa il comico e tutti quelli dello spettacolo lo sanno com’è, e se non ti va non ci vai o non ti metti in prima fila, ma d’altro canto Smith era un candidato agli Oscar, dove doveva stare?

E sì certo, questo non autorizza nessuno ad usare la violenza, ma cosa doveva fare?

Stare in silenzio e subire? Cioè davvero approviamo che un comico possa fare il bullo? Comico e buffone non è la stessa cosa. Il primo è un libero professionista, il secondo un servo.

Oppure alzarsi e rispondere per le rime? Sì beh sarebbe figo, ma sul serio? Inizi una battaglia nel campo dell’avversario con le tecniche dell’avversario?

Oppure alzarsi e dirgli semplicemente che il suo comportamento è stato inopportuno e offensivo?

Questa opzione mi piace già di più, ma manca una cosa: il fatto che sia chiaro che se prendi in giro chi è in difficoltà non è comicità, ma discriminazione.

Manca in America e manca anche in Italia, e quindi alla fine penso che sì, Smith ha sbagliato più di Rock, ma più ancora ha sbagliato la società civile a non darsi delle indicazioni che facciano capire cosa fa ridere in modo sano e cosa è discriminazione o bullismo.

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