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Una notte dissennata


Prendendo per levante, passando per il ponte di Carlo, si giunge alle dimore degli assassini di dio.

Diffidenti, falsi, ladri e ingordi, ti accolgono con ampi sorrisi mentre soppesano l’equivalente in oro delle libbre del tuo cuore.

Ma potresti non accorgertene, vagando spensierato nel vociare gaudente di un giorno assolato, o rapito dal tetro romanticismo piovano.

Di giorno, potresti non notare, o scambiare per singolare deferenza, il vuoto silenzio del camposanto di quartiere.

E altro non vedresti, perché di notte non ci si avventura nello Josèfov e di giorno ti sa irretire.

La sorte mia avversa, di cui non dirò, mi trascinò mio malgrado durante la sciagurata notte del settimo plenilunio nel più inumano tra i siti di quel maledetto luogo: il nichilente cimitero.

Vidi allora, con il collo scosso dal martellare del sangue, nascosto in un’edicola funebre, l’impensabile.

Giunsero, avvolti in lunghe cappe nere, 12 figuri, lugubri ed emaciati, da sotto il cappuccio spuntavano solo la punta del naso e del mento, entrambi affilati per lo più. Di alcuni indovinai una barba corta e pettinata.

Si disposero a cerchio intorno ad una tomba abbandonata da cui sorgeva un tentacolare olmo.

Uno di loro si mosse e tracciò con della polvere, forse gesso, quello che mi parve un pentacolo.

Finito che ebbe, tornò al suo posto e con gli altri iniziò a salmodiare in una lingua che non intesi.

Il tono saliva e si abbassava, ora stridulo e fine, ora ampio e profondo.

Non so dire quanto durò, non riuscivo a muovere un muscolo, certo che la mia vita non avrebbe valso un fondo di tabacco; tuttavia doveva avere un senso e un fine, perché d’improvviso cessò.

Quando osservai di nuovo la scena un tredicesimo individuo si era unito.

Si posizionò al centro e slacciatosi il mantello rivelò una tonaca rosso sangue; da sotto il cappuccio li guardava e dominava con occhi abbacinanti.

Li interrogò con un gesto del capo uno ad uno, e uno ad uno raccontarono l’avanzamento dei loro progetti nefasti.

Nulla sembrava lasciato al caso, sebbene non compresi tutto, capii che ogni singolo stato era coinvolto, o lo sarebbe stato in breve una volta che il loro esecrabile piano fosse stato messo in atto.

Nulla si sarebbe salvato, tutta l’Europa e financo l’Asia e le Americhe sarebbero cadute…


Tutto questo potrebbe ricordarti qualcosa, il gioco è proprio capire cosa!

Sette sguardi (in totale otto)


Al desco quattro sguardi
discosti l’un l’altro seguivano
ricorrenti pensieri ordinari e disordinati
avvolti nella ferrea scia del pasto consumato.

Al fuoco l’olla attendeva cura
paziente serva fedele
di genie affamata nel borgo
accoccolato rimirante la Torre d’Annunzio.

Alla beffa, quattro congiuri
l’un per l’altro alfieri occasionali
di terrore e fuga divamparono
dal crogiuolo ai lignei Lari.

All’abbraccio solingo la madre sfogava
di se stessa rabbia e conforto
al Cittadino Primo che patrigno non faccia
e all’ingiuria d’aver prole senza giacca.

Guida alla lettura

Scritto in collaborazione con Dimitilla, racconta un fatto realmente accaduto.

Prima di correre sotto provate ad indovinarlo… vi aiuto dicendo che questo episodio , l’intervista che ne è seguita e le sue varie reinterpretazione è diventata virale…

Ok il video è presente su youtube e lo trovate qui, mi raccomando arrivate fino in fondo.

Crescere ed appassire


vuol dire saper anestetizzare il dolore
rinchiuderlo o alienarlo,
prenderlo a piccole dosi,
per non affogare…

… ‘ché poi crescere e invecchiare
vuol dire perdersi il senso di una felicità
perché se impari a non soffrire,
alla fine,
ti chiedi se eri poi così felice…

… ‘ché poi crescere e invecchiare
vuol dire un po’ appassire
nell’anima…

… ‘ché poi crescere e invecchiare
chi l’ha detto che lo debba mai fare?

Fornaci infernali


Piccolo ragazzo gaio
a dorso di una magnolia solitaria
cavalcavi gli strali del levante
spargendo petali uranici.

Spiegazione

Enola Gay è il b29 che bombardò Hiroshima sganciando la bomba atomica Little Boy.

Enola è un nome femminile che si scrive come il contrario di Alone (da solo) e in uno dei linguaggi dei nativi americani vuol dire magnolia..

Falena d’amor


Passo in linea di timore
spalle reclinate,
ali schive,
fotogramma di un sì.

Sinuoso nell’altro il corpo si pressa,
cuspide tremante,
fugando arie frapposte
la fronte annuisce
vibrando la spalla
respirando miscele di vita
sfogliando crisalidi di paure.

Nell’abbraccio abbandonata
ti sogni farfalla con ali imprestate,
inventi e canti affetto e calore
per Amore e futuro…

Guida alla lettura

Nell’emozione di un abbraccio si nasconde l’illusione di un amore inventato.

Se pensi te lo suggerisce il demonio


Sommario

Essere polemici significa cercare verità più ampie, più inclusive, migliori, sondare nuovi percorsi per migliorare la vita di tutti.

Non essere polemici, tacere, vuol dire fari i fatti propri, essere egoisti.

Pensare è un atto osceno

Polèmica: Controversia, piuttosto vivace, su argomenti letterarî, scientifici, filosofici, politici, ecc., sostenuta [..] tra persone che hanno diversità di vedute

Con significato estensivo: contrasto, discussione portati avanti per inveterata abitudine a contraddire gli altri; atteggiamento di critica preconcetta.

Tempo fa (mica tanto) si diceva che la mano sinistra era quella del demonio, gli omosessuali erano invertiti (dimenticando che i greci, tanto citati, erano bisessuali), i comunisti mangiavano i bambini, ecc.

Quanti pregiudizi, quante vite inquinate dall’ignoranza.

Oggi va meglio? Semrbra di no, se facciamo il semplice ragionamento che spesso ignoranza è sinonimo di incompetenza: come fai ad essere competente in qualcosa che non sai?

Ma perché si rimane ignoranti?

Umberto Eco scrive che la gente ama credere a ciò che già sa (soprattuto nelle teorie dei complotti); come a dire che si cerca sempre la conferma alle proprie convizioni.

In pratica cerchiamo conferme non novità, e le novità sono inevitabili quando si colma l’ignoranza, le novità sono le nostre future competenze.

Quindi, ci piace rimanere nel nostro brodo e, per reazione, si denigra le posizioni altrui.

Quante vite non capisci
E quindi non sopporti
Perché ti sembra non capiscan te.
Quanti generi di pesci
E di correnti forti
Perché ‘sto mare sia come vuoi te.
— Ligabue

Per conseguenza pratica, oggi si marchia come polemico (nel senso spregiativo) ogni tentativo di analisi da un diverso punto di vista, mentre l’appellativo dovrebbe essere inteso in senso positivo.

Guardare le cose da un altro punto di vista o abbracciare più punti di vista non è essere polemici ma essere alla ricerca di comprensione.

Credo che solo la comprensione (altri userebbero la parola amore) o la sua ricerca ci faccia diventare competenti.

Tuttavia la ricerca, la comprensione richiede domande, bisogna porsi interrogativi e cercare risposte.

Quindi, come fate a fidarvi di chi promette migliorie (cioè cambiamenti) senza farvi domande.

E se non ve le va difficilmente se ne farà da solo…

Metti in circolo il tuo amore, Mannoia e Ligabue:

Salvarsi da Gaia


Da parecchio stiamo dicendo (in parte per fortuna) che dobbiamo salvare il pianeta, ma è falso.

La realtà è che dobbiamo salvarci dal pianeta, perché tutte le prove empiriche che abbiamo ci dicono che Gaia (come l’hanno chiamata ironicamente gli scettici) se insistiamo a dargli problemi, lei ci distruggerà. Molto semplicemente.

Prima che sull’ossigeno la vita si basava sul metano o l’ammoniaca e lei viveva bene lo stesso.

Quindi il nostro scopo dovrebbe essere quello di vivere armonicamente con lei per evitare che ci distrugga come un virus e magari imparare a proteggerla dagli eventi esterni.

Non vado oltre in spiegazioni scientifiche che risulterebbero comunque incomplete.

P.S.
La riflessione me l’ha suggerita un passaggio de “Il vincitore è solo” di Paulo Cohelo.

Guida vampirica per autostoppisti


Sommario

Abbiamo paura, quasi sempre.

Abbiamo bisogno di apprezzamenti.

Non sappiamo amare.

Come cavolo possiamo pensare di essere felici?

Di onestà, vampiri ed altre figure mitologiche

La differenza sta nell’onestà.

Ammettere di desiderare la fama, l’approvazione, la stima….

Se scriviamo un blog, se amiamo, se lavoriamo, se educhiamo…

Quanto facciamo solo per raccimolare del nutrimento per il nostro essere.

Per trovare energia, si potrebbe dire.

Energia che gli altri ci offrono o che rubiamo.

Sì, cercate su internet la teoria dei vampiri energetici.

Ma il problema è che siamo tutti vampiri, tutti a pensare che la ricchezza è finita e che per avere di più devi sottrarre a qualcun’altro, anche nelle piccole cose come scrivere un blog.

Ogni gesto ci porta ad una inutile competizione.

E quindi? Amare.

Come si fa? Altro che la Treccani servirebbe..

Iniziate a non scegliere tra le opzioni che vi mostrano.

Chiamate amore solo qualcosa che non chiede nulla.

Chiamate amore solo ciò che vi trascende.

Sforzatevi di gioire per i successi altrui.

Ammettete di aver bisogno di approvazione e pian piano cercate di superarlo.

La paura è alla base di tutte le emozioni negative, fatevene una ragione.

Ecc..

Lame, tralci e possibilità


Su compassioni erose strofino
con incidenza d’altalena,
come un pattino in piroetta.

Il ferro si fa lama,
la lama filo,
il filo volontà.

Caccio in fornace
calda di linfa, resina e vita.

Schianto nella notte liquida
al gelo del verbo voglio.

Infodero in me
per dar olio di terra
e profumi di mare.

Respiro lento.

Mi faccio cerchio di luce.

Taglio.

Recido funi e catene,
intrichi e viluppi,
aspettative ed attese.

Faccia ad un orizzonte
assaporo aria
muovo passo.

Agli occhi
umido
nei dolori
inflitti.

Possibilità di essere uomo.

Il suo prezzo
non lo paghiamo mai da soli.

Il fascino suppurante della piaga


Tempo, passato, insulti,
segni, donne, uomini.
Cicatrici.

Sono abuso auto-descrittivo a matrice costante
mescolati in alternate vie
attraverso desolanti e monotonie.

Siamo sciocchi
avventati
e più sprovveduti di un bimbo.

Un bimbo sa che la ferita è saggia:
una ferita si evolve: si fa crosta e pelle nuova.

Un bimbo sa che la piaga è una ferita curata male:
una piaga va curata per farla semplice ferita.

Un bimbo sa che una ferita torturata
non può crescere, guarire e farsi cicatrice.

Sciocchi autolesionisti emotivi,
seviziamo le nostre ferite,
piangendo al mondo
i segni di un passato che non lasciamo andare.

La promessa dell’invidia


Questo post originariamente aveva altre due parti, che ho poi preferito dividere perché, a mio gusto, le parole erano diventate troppe.

  1. L’erosione dell’anima
  2. Aspettando eroismo

Qui cercherò di narrare meglio le mie riflessioni.

Parto da cosa mi ha portato a questo pensiero: il post sul mito dell’eroe e l’invidia di Claprof, che ho trovato estremamente interessante.

A seguire ho riflettuto sulla differenza tra sentimento ed emozione, perché faccio sempre fatica nel definire cosa sia una pulsione, cosa una emozione e cosa un sentimento.

L’invidia è un sentimento, come tale è uno schema di pensiero cosciente e articolato, quindi una struttura cognitiva.

Credo tuttavia che esista una emozione o una pulsione più profonda che la alimenti.

Se da un lato l’invidia è espressione del soccombere dell’uomo alla stagnazione, la sua dimensione più profonda mi fa pensare a qualcosa di propositivo.

Immagino che potrebbe avere senso che questa sensazione di difesa scatti appunto quando avvertiamo un’energia creatrice che non sappiamo come canalizzare.

Se così fosse allora l’invidia incapsula la pulsione stessa alla vita.

Che è più di un’emozione, più di una sensazione; prescinde addirittura l’uomo, gli animali addirittura i batteri.

È la vita che bussa, la nostra, non quella di altri che ci dice: lì dove sei hai una strada da percorrere…

La nostra mente crea immagini e metafore per narrare questa spinta che credo fisiologica… come una trascendenza. ..

E allora l’invidia ha una promessa la promessa che possiamo essere protagonisti delle nostre vite che possiamo essere eroi… se ci guardiamo dentro e ascoltiamo quale strada prendere…

L’amore non si cura della paura


Amor nell'Aurora
Amore fluisce nell’aurora
bello e gioioso
Non v’è spazio per la paura

Amor vive per il viver rinnovato
trascurato e lieto, di Paura e di se
DL

Paura è grande, si è evoluta con noi.

Ci sfiora, ora lieve ed assiderata la gola,
e poi ci scaglia, ora con maglio di brace nel cuore,
e poi ci esangua, ora con un bolo di nebbia nel ventre.

La si affronta con coraggio, con ardimento, con volontà…
… e a volte la si sconfigge.

Coraggio,
guerriero di mille battaglie,
è il suo guardiano,
e il suo comandante.

Amore è una canzone,
una musica infinita,
pulsione vitale alla vita.

L’amore è vita e…

La vita è così grande che quando sarai sul punto di morire, pianterai un ulivo convinto ancora di vederlo fiorire.
(cit. Roberto Vecchioni, “Sogna ragazzo, sogna”)