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Quando manca il limite


Will Smith schiaffeggia Chris Rock alla notte degli Oscar: chi ha ragione?

Da una parte il comico prende in giro la moglie di Smith per i capelli rasati (dovuti alla alopecia, una malattia che fa perdere i capelli), dall’altra Smith ricorre alla violenza.

C’è chi dice che ha ragione Rock, perché in fondo era lì per far ridere secondo il suo stile aggressivo, e Smith lo sapeva.

C’è chi dice che ha ragione Smith, perché sono stati toccati i suoi affetti.

A mio parere è uno schifo: siamo di fronte a due torti e pochissime ragioni.

Intendiamoci: sì certo Rock fa il comico e tutti quelli dello spettacolo lo sanno com’è, e se non ti va non ci vai o non ti metti in prima fila, ma d’altro canto Smith era un candidato agli Oscar, dove doveva stare?

E sì certo, questo non autorizza nessuno ad usare la violenza, ma cosa doveva fare?

Stare in silenzio e subire? Cioè davvero approviamo che un comico possa fare il bullo? Comico e buffone non è la stessa cosa. Il primo è un libero professionista, il secondo un servo.

Oppure alzarsi e rispondere per le rime? Sì beh sarebbe figo, ma sul serio? Inizi una battaglia nel campo dell’avversario con le tecniche dell’avversario?

Oppure alzarsi e dirgli semplicemente che il suo comportamento è stato inopportuno e offensivo?

Questa opzione mi piace già di più, ma manca una cosa: il fatto che sia chiaro che se prendi in giro chi è in difficoltà non è comicità, ma discriminazione.

Manca in America e manca anche in Italia, e quindi alla fine penso che sì, Smith ha sbagliato più di Rock, ma più ancora ha sbagliato la società civile a non darsi delle indicazioni che facciano capire cosa fa ridere in modo sano e cosa è discriminazione o bullismo.

Una notte dissennata


Prendendo per levante, passando per il ponte di Carlo, si giunge alle dimore degli assassini di dio.

Diffidenti, falsi, ladri e ingordi, ti accolgono con ampi sorrisi mentre soppesano l’equivalente in oro delle libbre del tuo cuore.

Ma potresti non accorgertene, vagando spensierato nel vociare gaudente di un giorno assolato, o rapito dal tetro romanticismo piovano.

Di giorno, potresti non notare, o scambiare per singolare deferenza, il vuoto silenzio del camposanto di quartiere.

E altro non vedresti, perché di notte non ci si avventura nello Josèfov e di giorno ti sa irretire.

La sorte mia avversa, di cui non dirò, mi trascinò mio malgrado durante la sciagurata notte del settimo plenilunio nel più inumano tra i siti di quel maledetto luogo: il nichilente cimitero.

Vidi allora, con il collo scosso dal martellare del sangue, nascosto in un’edicola funebre, l’impensabile.

Giunsero, avvolti in lunghe cappe nere, 12 figuri, lugubri ed emaciati, da sotto il cappuccio spuntavano solo la punta del naso e del mento, entrambi affilati per lo più. Di alcuni indovinai una barba corta e pettinata.

Si disposero a cerchio intorno ad una tomba abbandonata da cui sorgeva un tentacolare olmo.

Uno di loro si mosse e tracciò con della polvere, forse gesso, quello che mi parve un pentacolo.

Finito che ebbe, tornò al suo posto e con gli altri iniziò a salmodiare in una lingua che non intesi.

Il tono saliva e si abbassava, ora stridulo e fine, ora ampio e profondo.

Non so dire quanto durò, non riuscivo a muovere un muscolo, certo che la mia vita non avrebbe valso un fondo di tabacco; tuttavia doveva avere un senso e un fine, perché d’improvviso cessò.

Quando osservai di nuovo la scena un tredicesimo individuo si era unito.

Si posizionò al centro e slacciatosi il mantello rivelò una tonaca rosso sangue; da sotto il cappuccio li guardava e dominava con occhi abbacinanti.

Li interrogò con un gesto del capo uno ad uno, e uno ad uno raccontarono l’avanzamento dei loro progetti nefasti.

Nulla sembrava lasciato al caso, sebbene non compresi tutto, capii che ogni singolo stato era coinvolto, o lo sarebbe stato in breve una volta che il loro esecrabile piano fosse stato messo in atto.

Nulla si sarebbe salvato, tutta l’Europa e financo l’Asia e le Americhe sarebbero cadute…


Tutto questo potrebbe ricordarti qualcosa, il gioco è proprio capire cosa!

Meschini manifesti


“ho accertato i fatti, si puo bloccare la nuova struttura in via xxxxx”
1- l’immobile in cui si vorrebbe trasferire il centro islamico si trova in un’area artigianale/industriale (come da piano regolatore), mentre per quella finalità, serve un’area con destinazione XXX
2 – serve quindi un cambio d’uso, che il privato acquirente dovrà proporre al comune
3 – si tratta di una scelta che non anessuna natura obbligatoria o dovuta e che compete al consiglio comunale: posso anticipare che personalmente voterò contro

4 – se la mia coalizione sosterrà la mia stessa posizione, la struttura non potrà essere realizzata.

Cosa diciamo noi da anni
– no a un luogo di preghiera “mascherato” da centro culturale e associativo
– sì a controlli puntuali

Questo il manifesto voluto da un esponente della giunta (e del suo partito di riferimento) e apparso in maniera pervasiva in un borgo italiano.

Ho rimosso i riferimenti espliciti a nomi e luoghi lasciando inalterate le altre parti.

Da dove partiamo? Dalla fine direi, dalla paura.

Questo manifesto cosa ci dice? Ci dice che per i poteri conferiti alla giunta sulla modifica al piano regolatore, potranno ergersi a baluardo contro l’attacco che vogliono sferrare questi musulmani a… beh non si sa bene a cosa, ma suppongo a qualcosa di importante… come i nostri valori.

Ok, ma quali sono i nostri valori? Cioè su cosa ci stanno attaccando esattamente?

Entriamo nel merito dei fatti? Non serve, rimaniamo a leggere il manifesto.

È evidente che un gruppo di persone hanno fatto richiesta di acquisto di un immobile, lo dice al punto 3.

Altrettanto chiaro che l’obbiettivo è quello di creare un centro associativo e culturale e di preghiera.

Ora un luogo di preghiera è esso stesso per definizione un luogo culturale e associativo, mica è una novità.

Eh però questi pregano Allah, ora, al di là che Allah vuole semplicemente dire Dio e che fondamentalmente pregano lo stesso Dio degli Ebrei e dei Cristiani (vedetela come tre diverse versioni: ebrei 1.0, cristiani 2.0, musulmani 3.0), quale è esattamente il principio contro cui si stanno lanciando?

Lo stato italiano è semi-laico (ci sono sempre i patti del laterano), e garantisce il rispetto per le diverse professioni religioso, salvo che abbiano finalità o pratiche contrarie al nostro corpo normativo.

Dire che il Corano violi le nostre leggi è barzelletta: nel senso che in alcuni passi sicuramente le viola, ma si può dire lo stesso anche della Bibbia, sono testi nati in un altro contesto culturale.

Quindi quale è il punto? Perché sprecare soldi per questi manifesti? Cosa ci vogliono dire?

Oh sì l’ultimo punto: non vogliamo farci prendere in giro e vogliamo controlli puntuali.

Meno male, dico io! Finalmente in questo paese si fanno dei controlli puntuali… ma su cosa esattamente?

Provo a fare qualche supposizione, perché così insomma il manifesto mica mi aiuta più: forse in realtà ci vogliono dire che sospettano che questa manovra, mascheri la nascita di un centro di incontro sovversivo e criminale.

Beh tutto può essere in effetti, però vogliono fare controlli puntuali: meno male! Mi rincuora!

Perché, voglio dire, non facciamo i buonisti: in questo momento storico c’è una falange criminale che usa la religione islamica come pasta aggregante, non possiamo dimenticarlo.

Ma loro vogliono fare controlli, quindi tutto a posto no? Verificheranno, metteranno l’equivalente di un riflettore e staranno attenti a tutto quello che succede, in maniera da evitare utilizzi impropri.

Che poi, oh!, mica fessi, se hai un nemico meglio tenertelo vicino che lo controlli meglio, no?

Brava giunta che utilizzerai le forze dell’ordine… Giunta?

Aspetta un attimo, mica sta alla giunta coordinare le forze dell’ordine, sì certo la polizia urbana sì, ma per le indagini vere ci pensano il prefetto e il questore… Cara giunta esattamente che cosa vorresti fare?

Cavolo… mi nasce un sospetto, e se fosse tutta una farsa? Se in realtà non volessero fare nulla? Cioè se vuoi fare delle indagini mica glielo vai a dire no, che li tieni d’occhio?

E allora che senso ha? Cioè è come dire che per risolvere il problema della tossicodipendenza vietiamo la vendita di droga, che per sconfiggere l’evasione la dichiariamo illegale.

Come dite? già fatto? ha funzionato? No, vero?

Questo è il punto, per risolvere problematiche di questo tipo si fa lavorando non facendo manifesti.

I musulmani non si convertiranno perché non gli facciamo costruire una moschea, la droga non sparirà perché la vietiamo.

Serve lavorare sulla cultura, serve soprattutto informarsi con chi conosce bene i fenomeni, perché le soluzioni raramente sono quelle che ci vengono in mente nei 15 minuti che passiamo in meditazione quotidianamente sul nostro personale trono di bianca porcellana.

Voglio dire è come se siccome i terroristi hanno usato la Xbox (o era la Play Station?) allora noi ne vietassimo le vendite.

Invece, i controlli in Italia ci sono, approfonditi anche; sufficienti? No, ci sono un sacco di leggi che impediscono di fare i controlli come si deve su un sacco di cose:

  1. droga;
  2. prostituzione;
  3. evasione fiscale;
  4. furti;
  5. ecc.

E sapete una cosa? Manchiamo noi, che quando succede qualcosa ci giriamo quasi sempre dall’altra parte, che vediamo le forze dell’ordine come qualcuno che ci vessa, che ci viene a dare le multe, che ci rompe le scatole.

Già perché abbiamo tutti qualcosa da nascondere, in questo ginepraio di leggi e leggiucole è facile trovarsi in difetto, perché se anche abbiamo sostanzialmente ragione spesso ci è sfuggito qualche aspetto formale (leggasi burocratico) che ci fa passare dalla parte del torto; e quando non basta, lo Stato si arroga i privilegi di essere al di sopra della legge (vedi Equitalia e le tante asimmetrie negli obblighi contributivi).

E poi ci sono quelli che frodano davvero lo stato, quelli che lo fanno con intenzione, quelli che, non si sa bene come, sono quasi tutelati dallo stato.

Già, ma a chi fa comodo tutto questo? Chi ci guadagna?

Perché ci sono più sportelli per gli immigrati che per i cittadini anche se i richiedenti sono pochi? Chi ci guadagna?

Provate ad immaginarlo, avrete visto o letto tutti Gomorra no?

Quando uno stato non gestisce un problema, consente ad altre organizzazioni di farlo, comprese quelle criminali.

Tornando al manifesto; quando l’ho letto cosa ho pensato? Mi sono chiesto se fosse una brutta pubblicità, una pessima campagna elettorale (fuori tempo e luogo) o ci fosse qualcosa di peggio sotto.

L’ultima eventualità, a sensazione, la ritengo remota e tuttavia, se volessimo fare i complottisti, non ci starebbe male leggere quell’ultimo messaggio come un avvertimento per i criminali veri: “state lontani da lì perché vi verranno a controllare!”

Per fortuna è totalmente irreale: si faceva prima con pezzo di carta.