Archivi tag: Spiritualità

Sempre più del diamante


Diffidate dagli amori a tempo e di chi smette di amare…

L’amore è per sempre.

Quello vero dico, è per sempre.

Magari ti lasci e non rivedrai più la persona, ma la amerai per sempre.

Questo è amore.

Il resto sono esperienze cui spesso diamo troppa importanza.

P.S.
A scanso di equivoci non sto parlando di quello di cui parlavo in:

😀

Dentro una vita


Guida alla lettura

Quando ad una persona ci tieni, cerchi un modo per stare nella vita di quella persona.

Se te ne vai, non gli hai mai voluto bene, figuriamoci amarlo

Marito, padre, amante, idraulico o pompiere,
angelo, demone, amico o menestrello,
ruoli buoni per giocar con chi non ami.

Presenza, conoscenza e comprensione,
fatica per essere migliori insieme,
anche se disgiunti, anche se in divergenti vite

Le anime che si cercano trovano un modo
le persone che cercano qualcuno trovano dolore
e provocano insulsi fastidi.

Chiediti sempre: perché ami?
Perché ne hai bisogno o ne hai paura?
O perché ami…

Salvarsi da Gaia


Da parecchio stiamo dicendo (in parte per fortuna) che dobbiamo salvare il pianeta, ma è falso.

La realtà è che dobbiamo salvarci dal pianeta, perché tutte le prove empiriche che abbiamo ci dicono che Gaia (come l’hanno chiamata ironicamente gli scettici) se insistiamo a dargli problemi, lei ci distruggerà. Molto semplicemente.

Prima che sull’ossigeno la vita si basava sul metano o l’ammoniaca e lei viveva bene lo stesso.

Quindi il nostro scopo dovrebbe essere quello di vivere armonicamente con lei per evitare che ci distrugga come un virus e magari imparare a proteggerla dagli eventi esterni.

Non vado oltre in spiegazioni scientifiche che risulterebbero comunque incomplete.

P.S.
La riflessione me l’ha suggerita un passaggio de “Il vincitore è solo” di Paulo Cohelo.

Guida vampirica per autostoppisti


Sommario

Abbiamo paura, quasi sempre.

Abbiamo bisogno di apprezzamenti.

Non sappiamo amare.

Come cavolo possiamo pensare di essere felici?

Di onestà, vampiri ed altre figure mitologiche

La differenza sta nell’onestà.

Ammettere di desiderare la fama, l’approvazione, la stima….

Se scriviamo un blog, se amiamo, se lavoriamo, se educhiamo…

Quanto facciamo solo per raccimolare del nutrimento per il nostro essere.

Per trovare energia, si potrebbe dire.

Energia che gli altri ci offrono o che rubiamo.

Sì, cercate su internet la teoria dei vampiri energetici.

Ma il problema è che siamo tutti vampiri, tutti a pensare che la ricchezza è finita e che per avere di più devi sottrarre a qualcun’altro, anche nelle piccole cose come scrivere un blog.

Ogni gesto ci porta ad una inutile competizione.

E quindi? Amare.

Come si fa? Altro che la Treccani servirebbe..

Iniziate a non scegliere tra le opzioni che vi mostrano.

Chiamate amore solo qualcosa che non chiede nulla.

Chiamate amore solo ciò che vi trascende.

Sforzatevi di gioire per i successi altrui.

Ammettete di aver bisogno di approvazione e pian piano cercate di superarlo.

La paura è alla base di tutte le emozioni negative, fatevene una ragione.

Ecc..

Il riposo dell’eros


Lei in tralice sfocata
Lei in tralice sfocata – chi la riconosce?
Lei in tralice cubista
Lei in tralice cubista
Lei in tralice impressionista
Lei in tralice impressionista
Lei in tralice!
Lei in tralice!

Ecco a voi Belinda quand’era desenuda

Dal basso dell’occhio in tralice mi ammicca
tra le fronde corvine
pulsa quasi viva, una piccola stella.
Seguo il gioco del suo profilo,
mi trattengo sulla rossa falce del labbro,
scendo lungo la curva del mento che
si scioglie nel braccio…
La pelle in penombra sfuma
sulla veste
come le anse
di un fiume placido alla luna
morbido e denso, accogliente e determinato,
e si divide accondiscendente
nella vetta della gamba ripiegata al cielo
che brilla nella guglia del tacco d’argento…

Furto del cielo rosa


Figlio, chi si è preso il tuo domani?
Quelli che hanno il mondo nelle mani.
Figlio, chi ha cambiato il tuo sorriso?
Quelli che oggi vanno in Paradiso.
Chi ti ha messo questo freddo in cuore?
Una madre col suo poco amore.
Chi t’ ha mantenuto questo freddo in cuore?
Una madre col suo troppo amore.
Figlio, chi ti ha tolto il sentimento?
Non so di che parli, non lo sento.
Cosa sta passando per la tua mente?
Che non credo a niente.

— Figlio, figlio, figlio, R. Vecchioni

Madri troppo presenti,
poco presenti,
troppo aride,
troppo soffocanti

Padri giù di lì. (Sì la par condicio genitoriale non esiste inutile fare i benpensati.)

Nonni a condimento sparso.

E siamo il frutto delle esperienze e delle emozioni che conosciamo nell’infanzia.

Quanto di noi è a prescindere?

Mi parlano del valore della famiglia (papà e mamma), non citano i nonni perché appoggiarsi ai nonni è sintomo di una società malata (ve lo dico un’altra volta).

Ma la famiglia è quella naturale, la stessa che se hai la sfiga di crescere con una madre che ti ama troppo rischi di essere gelido? O ti ama troppo poco e rischi di essere ardio? O mille altre combinazioni.

Non serve avere dei violenti per genitori per essere persone incomplete, basta che non sappiano darti quello che di cui hai bisogno, senza colpa alcuna.

Ovviamente c’è una soluzione, nuovissima, ha solo 5000 anni.

I bambini a 4 anni circa hanno bisogno di confrontarsi con il maggior numero di individui possibili, bambini, adulti e anziani (e animali vari).

Confrontarsi vuol dire:

  • imparare;
  • giocare;
  • emozionarsi;
  • costruire relazioni affettive (leggi sentimenti);
  • ecc..

Per poi, un giorno, poter commuoversi davanti ad un tramonto rosato e vedere albe frizzanti nel nostro prossimo…

P.S.
per gli amici studiosi, sì sto parlando di “Variety“, però raccontata in maniera più emozionale e meno matematica

Il mio dono al mondo


il diverso che è in noi è il bene più prezioso che possiamo donare all’umanità.

Va coccolato e fatto sbocciare, ma come tutti i doni va offerto e non imposto…

Appena intuibile sotto il mantello con ricamato in punta di glicine: “chiedi è qui per te”

…che alla fine poi
ci troviamo a dire le stesse cose
indossare gli stessi abiti
pensare gli stessi pensieri

forse abbiamo paura
a dire parole nuove
a guadare luci diverse
per strade senza striscia

…che alla fine poi
c’è un macchia
che bruma nei pori dell’anima,
fantasma infestante,
barbiglio addentato al cuore.
che brucia divise e parla lingue inventate
che carezza le pietre e scaccia le colombe…

eppure questo è quanto abbiamo
il differente che è in noi
è il miracolo, unico,
per il mondo
come offerta

…che alla fine poi
ti tocca aspettare
che te lo chiedano
perché indirizzo non c’è
ma dentro di te lo sai,

lo sai al Mondo mica interessano
dei replicanti senza sogni.

Premio curiosità Belinda’s style: Risposte


Premio curioso

Eccomi dopo il precente post di raccolta domande.

1) Hai letto l’oroscopo? Di che segno zodiacale sei? Ti piace la tua canzone di questo mese (L’isola che non c’è)?

..sì. .. mi ci ci sono ritrovatA tanto…. 😛 Cmq Leone
La canzone mi piace molto, soprattutto l’inizio, la parte finale no

2) Credi agli UFO?

Da un punto di vista strettamente letterale sì. Ci sono un sacco di oggetti di oggetti volanti non identificati.

Se parliamo di extraterrestri che ci fanno visita su astronavi più o meno verosimili non molto.

Se parliamo della vita extramondo, tendenzialmente sì.

Se parliamo che forme di vita extramondo, siano presenti su questa terra… quali sono i confini del mondo? In quante dimensioni ragioniamo? Cmq sono possibilista.

3) Secondo la tua opinione quanto può, la scienza ufficiale, dare un senso a fatti apparentemente inspiegabili (compresi i fenomeni paranormali)?

La scienza della complessità, parte poco nota e poco praticata della scienza ufficiale, già oggi ci fornisce gli strumenti per comprendere molte cose che al grande pubblico vengono descritte come inspiegabili.

Tuttavia hai usato un termine preciso: spiegare.

Non tutto (anzi ben poco) è spiegabile, tendenzialmente si possono spiegare i costrutti umani, la natura si sviluppa in maniera diversa.

Non poter spiegare, significa che per giungere alla comprensione di un fenomeno occorre sia guardare ai componenti (la spiegazione) sia al suo insieme funzionate visto come oggetto indivisibile.

Facciamo un esempio semplice: tu puoi spiegare te stesso o un tuo simile? e gli altri possono veramente comprendere il tuo sentire?

Non si può, se la comprensione reciproca è il tuo fine tu puoi cercare di mostrarti in più angolazioni e gli altri possono cercare di conoscerti in tutte queste angolazioni.

E qui mi piace sempre ricordare che amare e conoscere in ebraico sono lo stesso termine.

Torniamo a bomba.

No nessuna scienza può spiegare tutto.
Sì la scienza può portarci a comprendere tutto.

4) in che posizione. ………………preferisci m…….dormire?

mmmmmmmmmm…. di fianco…. e non dico altro 😛

I posti speciali dell’anima


Sei nell’anima
E lì ti lascio per sempre
Sei in ogni parte di me
Ti sento scendere
Fra respiro e battito

Sei nell’anima

Sei nell’anima
In questo spazio indifeso
Inizia
Tutto con te
Non ci serve un perché
Siamo carne e fiato
— G. Nannini / G. Pacifico

Essere speciali, esserlo per qualcuno.
Non è una questione di quantità.

Non si misura.

Essere speciali, per qualcuno, vuol dire essere dentro di lui.

In quello spazio infinito e indefinito che è anima, cuore, vita e universo che ognuno ha in sè.

Essere speciali per qualcuno vuol dire che dentro di lui c’è il nostro profumo, il nostro canto, il nostro amore.

E se ce lo concediamo possiamo sentirlo.

Determinismo sfocato


Le bolle sfumate - immagine presa dal web
Le bolle sfumate – immagine presa dal web

Il post è lungo…. sappiatelo!

…Ma ogni dio vive ed esiste,
finché in nome suo l’uomo agisce
finché lui l’uomo persiste.

Più o meno scrivevo così da adolescente, un dio, la rappresentazione che ne abbiamo, frutto di azioni umane.

Perché riproporlo oggi? Perché la parola crea realtà (o qualcosa che noi chiamiamo così), e spesso non ci ricordiamo che quello che percepiamo è anche frutto del verbo, il nostro.

Anche frutto; diffidiamo di qualsiasi assolutismo.

Il problema è facile da riassumere, se avessimo infinita potenzialità percettiva e di comprensione vedremmo il mondo per come è.

Essendo noi limitati ci tocca accontentarci di approssimare il mondo.

Tra le cose che influiscono in maniera rilevante, anche se variabile, ci sono le parole, che poi generano convinzioni.

Le convinzioni, generano a loro volta parole.

A complicare il tutto c’è anche il fatto che ognuno di noi pesa diversamente le cose e quindi, di fatto, la percezione di un individuo è sicuramente differente da quella di un altro; ne consegue che ognuno ha la propria realtà.

Ogni tanto sarebbe bene rimettere in discussione tutto, così giusto per il gusto di farlo, se per caso vi venisse voglia di farlo adesso, ecco potremmo partire da Aristotele.

Che centra lui? beh lui di suo nulla, era un pensatore, tant’è che si dice “Pensiero aristotelico” o “Logica aristotelica” o “Logica assertiva”.

Dopo Aristotele potremmo chiamare in causa altri due pensatori: avete mai sentito parlare di Cartesio e Galileo e del “Metodo scientifico”?

Beh insomma per farla breve, dopo qualche migliaio di anni, e un po’ di scoperte e la necessità di mondare dagli scienziati i ciarlatani ci si è inventato il metodo scientifico, che prevede, per esempio la ripetitività degli esperimenti, il che è cosa buona e giusta, o almeno sembra.

Il metodo scientifico sostiene che una la realtà deve essere: oggettiva, affidabile, verificabile e condivisibile.

Cartesio si è inventato i piani omonimi ha esteso i concetti di Galileo dando vita al razionalismo, cioè un approccio molto rigoroso e e cauto alla scoperta della realtà: se una cosa non è dimostrabile non esiste, al massimo può essere oggetto indagine sperimentale.

Non spreco altri paroloni ma provo a farvi capire con un esempio; prendete una ricetta (il più diffuso esempio di algoritmo), oltre a trovarvi le profetiche indicazioni “qb.” (Quanto Basta, che mica è proprio una roba precisa e ripetibile), a tutti voi sarà capitato di seguirle pedissequamente e ottenere un risultato molto prossimo ad un “Picasso” tridimensionale ma che poco sembra azzeccarci con l’obbiettivo dichiarato (e.g. la lasagna).

Ora i corollari del “Metodo scientifico”, in fondo dicono che se il tuo esperimento non è riuscito i casi sono 2:

  • l’esperimento originario era un falso;
  • oppure le istruzioni ricevute non erano adeguate, intendendo in questo caso che erano poche.

Se vi siete cimentati nell’arte culinaria però sapete da voi che pure mentre fate una ricetta sotto la super visione del mastro chef… beh facile che non venga.

Perché? Perché il metodo scientifico appare così inattuabile nella cucina che pure si esprime in maniera così chiara?

La risposta “perché la cucina non è una scienza esatta” merita il commento che le scienze esatte sostengono che il calabrone non possa volare per cui ce ne facciamo un po’ poco di questa chiosa.

Il problema è più sottile e sostanziale: le asserzioni sono più facilmente comprensibili, ma perdono di capacità espressiva.

Quando dico versare mezzo litro di acqua non specifico il tipo, la temperatura esatta, il modo di versarla, l’aria nella stanza, la mia temperatura corporea le fasi lunari ecc.

Il metodo scientifico sostiene che deve essere possibile esprime in maniera precisa una istruzione, ma nella realtà non lo è.

Va beh, direte voi, sarà mica che dobbiamo farci la croce? esiste l’approssimazione, si ammette cioè un errore.

Ecco, l’errore. Nella cultura (o mindset) sviluppatasi dopo l’affermarsi del metodo scientifico si è assimilato il pragmatismo assertivo e ci si è dimenticati dell’errore, per cui, inconsapevolmente siamo tutti convinti che se si dice “il libro è rosso”, vuol dire che il libro è veramente rosso, mentre al contrario più correttamente si dovrebbe intendere “il libro è rosso, salvo errore di percezione”.

Non è finita, perché la logica assertiva che sta alla base del linguaggio scientifico ammette le opposizioni (si chiama anche logica dicotomica appunto), cioè esiste una cosa e il suo contrario.

Questo aspetto è talmente radicato che ci sembra ovvio, ma non lo è, infatti questo assunto, del tutto frutto della nostra immaginazione, porta a paradossi logici, paradossi che semplicemente svaniscono se si usano logiche diverse (la paradossale, tipica orientale, o quella fuzzy sua implementazione moderna).

Non è un caso che gli orientali ragionino diversamente da noi: sono figli di una cultura che ha alla base un sistema logico diverso e un linguaggio con strutture differenti (in molti casi).

Riassuntino fino a qui: siamo imprecisi, con percezioni imprecise, ma abbiamo avuto la superbia di inventarci una mentalità che si definisce precisa.

E nell’ultimo mezzo millennio questa visione è diventata imperante in occidente, non era possibile, fino a qualche tempo fa, pensare di approcciare il mondo in maniera diversa.

Guardate che la cosa è mica facile! Comprendere tutti i risvolti di questo approccio ma vi assicuro che se vi fermate a pensare ne troverete un’infinità.

Fatto sta che, nell’ultimo secolo ci si è accorti che non funziona proprio così1.

Insomma, con buona pace di Boole, negli ultimi anni ci si è accorti che vero e falso non sono sufficienti a rappresentare il mondo (infatti si sono inventati la logica fuzzy2); una cosa è vera con probabilità x, è falsa con probabilità y e non lo sappiamo con probabilità 1-x-y.

Imparare a renderci conto che siamo limitati è il primo passo per comprendere il mondo e noi stessi, ammettendo di non poter arrivare dappertutto, che sicuramente ci sfugge qualcosa, che i cigni neri nascono perché ci sono un po’ di errori trascurati, che questi errori risuonando tra di loro creano un nuovo effetto imprevedibile ma che non lo possiamo cogliere se guardiamo una sola faccia del mondo, o se ci si dimentica che ogni faccia ha una zona di indeterminazione (o errore).

Non è bello ammettere questi nostri limiti, d’altro canto, ammetterli da un sacco di libertà in più, anche con noi stesso, ma questo è un tema ancora più strano…. 😉

…Oh già, dimenticavo… la poesia ma ogni dio ecc… alla fine di tutto un ragionamento piuttosto contorto però zompa fuori che c’è un disegno o una pulsione evolutiva alla vita dell’universo e noi ne facciamo parte… e sembra tanto il disegno di dio.. o dio stesso.. solo che ne facciamo parte quindi più o meno facciamo parte di dio o ne siamo espressione.. quindi beh… insomma crediamo di più in noi che se non il divino che è in noi sfiorisce e muore…


  1. Teorie del caos
  2. Fuzzy logic: ciò che conosciamo (cioè tutto ciò su cui possiamo provare è esprimerci) è vero con probabilità x, è falsa con probabilità y, non lo sappiamo con probabilità z; dove 1=x+z+y

Stupor vitae


English version

Stupor Vitae
La vita ci meraviglia.. poco
perché ci dimentichiamo di ammirarla con stupore.

Serendipity, meraviglia, stupore, la forza della vita, il gancio di salvataggio.

Sono nomi che noi diamo ad azioni della vita, la vita intesa come essa stessa un essere vivente, che ha bisogno di noi e noi di lei per compiersi.

Imparare a vivere con questa consapevolezza, crederci, avere fede, essere nel qui e ora, lasciandosi trasportare fiume e sfruttandone le correnti.

E tante altre parole, ma non bastano ricominciamo a meravigliarci.

Igor Sibaldi ci dice di provarci coscientemente, di guardare un albero e, come un bimbo, alzare il dito e dire “Albero!!” come se fosse la cosa più straordinaria del mondo.

Provateci, io ci ho provato, e dopo un po’ funziona… ed è fantastico.. anzi no.. è semplicemente vitale…

La promessa dell’invidia


Questo post originariamente aveva altre due parti, che ho poi preferito dividere perché, a mio gusto, le parole erano diventate troppe.

  1. L’erosione dell’anima
  2. Aspettando eroismo

Qui cercherò di narrare meglio le mie riflessioni.

Parto da cosa mi ha portato a questo pensiero: il post sul mito dell’eroe e l’invidia di Claprof, che ho trovato estremamente interessante.

A seguire ho riflettuto sulla differenza tra sentimento ed emozione, perché faccio sempre fatica nel definire cosa sia una pulsione, cosa una emozione e cosa un sentimento.

L’invidia è un sentimento, come tale è uno schema di pensiero cosciente e articolato, quindi una struttura cognitiva.

Credo tuttavia che esista una emozione o una pulsione più profonda che la alimenti.

Se da un lato l’invidia è espressione del soccombere dell’uomo alla stagnazione, la sua dimensione più profonda mi fa pensare a qualcosa di propositivo.

Immagino che potrebbe avere senso che questa sensazione di difesa scatti appunto quando avvertiamo un’energia creatrice che non sappiamo come canalizzare.

Se così fosse allora l’invidia incapsula la pulsione stessa alla vita.

Che è più di un’emozione, più di una sensazione; prescinde addirittura l’uomo, gli animali addirittura i batteri.

È la vita che bussa, la nostra, non quella di altri che ci dice: lì dove sei hai una strada da percorrere…

La nostra mente crea immagini e metafore per narrare questa spinta che credo fisiologica… come una trascendenza. ..

E allora l’invidia ha una promessa la promessa che possiamo essere protagonisti delle nostre vite che possiamo essere eroi… se ci guardiamo dentro e ascoltiamo quale strada prendere…

Aspettando eroismo


…segue…

Invidiamo:
chi non abbiamo il coraggio di essere
la strada che non abbiamo ancora trovato
l’energia che non abbiamo ancora smosso.

Rimpiangiamo:
il tempo sprecato
la vita sospesa
le promesse logore.

Confondiamo ruoli e protagonisti
facendoci sosia in cerca di copione
invece che attori del nostro protagonismo.

Nella nostra mediocrità
nelle nostre insicurezza
è forse celata la chiave
del nostro radioso futuro.

…continua…

L’erosione dell’anima


D’invidia erosi
per vie ed energie
ancora trascurate e sopite
anelanti a chi miseramente
ammiriamo non in essenza.

Gli occhi dell’anima
traboccano spreco e logorio
per la promessa vita sospesa.

Il dolore che si fa rabbia e furia
rimestiamo nella meschinità
frugando in un cielo alieno
per un eroe posticcio
ignorando, ciechi, nel fango
la folgore e il fiore.

…continua…