Erri De Luca e la poesia


La poesia non è un’arte di arrangiare fiori, ma urgenza di afferrarsi a un bordo nella tempesta. Per me è pronto soccorso, la poesia, non una sviolinata al chiaro di luna. È botta di salvezza (Erri De Luca).

Per comprendere queste parole occorre leggere De Luca.

A mio avviso meriterebbe il Nobel per il nuovo uso della poesia o della prosa, dipende da come la vuoi guardare.

Non ne parlerò, perché qualunque parola sarebbe sottrazione di meraviglia. Diminuzione di opere grandiose seppure pacate, quasi quotidiane.

Ne rimasi folgorato, o meglio attonito mentre un giogo si sollevava, come una città dopo lungo tempo liberata dall’assediante (cit. Oscar Wilde) che torna a vivere a respirare senza preoccuparsi di fare rumore.

Così, iniziai a scrivere ispirandomi al suo stile e scoprendo, rileggendomi a distanza di tempo, bellezza sempre fresca.

Scritti senza pretese di notorietà, sono privati, e la bellezza la conosco solo io, eppure ora c’è e prima non c’era, prima erano parole, a modo o in rima restavano solo parole.

Mentre ora l’uso della poesia come pennellate (a volte di disturbo) dona luce a testi altrimenti sciapi, magari di spessore ma… solo spessi.

Godere delle sue opere è solo una parte per comprendere la sua posizione, occorre conoscere la sua storia, di manovalanza a spasso per l’Europa a faticare e imparare lingue mentre i suoi testi rimanevano in attesa, sospesi in una bolla di tempo.

Occorre comprendere il suo amore per l’umanità e le sue creazioni e le infinite varietà, poi non così varie (comprese le religioni).

Non sono sempre d’accordo con le sue posizioni, come nel caso della TAV, ma riconosco sempre il valore delle sue riflessioni.

La poesia è quindi uno strale di vita che ci raggiunge per ricordarci di non mollare quando tutto va male e si essere felice quando le cose vanno.

Versione su quora.

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