Canto Popolare


La voce narra, triste, la storia, lieve:

«Ei guardò gli occhi nel volto riflesso
e dell’immensità nello scrigno suo
con prepotente vigore prese possesso.
D’oro e folgore vestì il corpo suo

e dal volgar mortale si presentò,
parlò e’l fratello suo condusse,
plagiato, oltre’l celeste velo lo guidò,
ma’l ciel per lui non fu: Ei lo distrusse.

Solo dal padre misero fu accolto
ma non v’era amore, non parola
non atto, sol gli occhi nel volto,

ove dio scorse la morte sua fioca.
L’infinito rise e dal sonno fu colto
e di tal gloria gli restò cosa poca.»

La voce concluse persa nella neve.

–Marzo 1995